Per orizzonte temporale si intende il periodo di tempo durante il quale si decide di rinunciare alla disponibilità di accedere ad una parte più o meno cospicua delle proprie risorse finanziarie, rimandando l’accesso ad un momento futuro.
La lunghezza di tale periodo dipende da una serie di variabili oggettive come l’età anagrafica, la disponibilità di entrate correnti e i risparmi accumulati, e soggettive, come l’obiettivo che si vuole realizzare con il capitale e la propensione al rischio.
L’orizzonte temporale di breve periodo
Per breve periodo si intende un orizzonte di 12/18 mesi. La caratteristica principale è che il lasso di tempo ridotto, in generale, può non essere sufficiente a recuperare eventuali perdite. Per questo motivo, il breve periodo si associa solitamente ad un profilo di rischio basso, che non servirà tanto ad ad accrescere il capitale investito, quanto a proteggere il patrimonio.
In genere, vengono utilizzate risorse in “eccedenza”, di cui si può avere necessità in tempi brevi. Ad esempio, se si dispone di un capitale rilevante, frutto di un’eredità, che si vuole utilizzare per un acquisto importante, come un’auto, un immobile, in tempi brevi, non avrebbe senso pensare ad un investimento di lungo periodo, difficile da svincolare senza penali. Ha più senso, invece, un investimento di breve periodo che magari non darà rendimenti elevati, ma che aiuterà a mantenere il valore del capitale, difendendolo, ad esempio, dall’inflazione o semplicemente dal “rischio” di intaccarlo per spese impreviste.
Per quanto riguarda l’età anagrafica, il breve periodo si adatta a tutti, sia ai giovani che a chi ha qualche anno in più.
L’orizzonte di medio-lungo termine
L’orizzonte di medio-lungo termine va dai 2 anni in su. Più è lungo il periodo dell’investimento, più sarà possibile compensare eventuali perdite con performance positive. Per questo, chi ha un orizzonte di lungo termine può assumere un profilo di rischio non necessariamente basso, per poter centrare i propri obiettivi di rendimento.
L’obiettivo di un investimento di lungo periodo è in genere quello di incrementare il capitale. Le risorse da investire possono essere capitali importanti, o piccoli versamenti, da effettuare periodicamente. Questo tipo di investimenti può essere effettuato in ottica previdenziale, cioè per avere una rendita o un capitale con cui integrare la pensione, così da restare autosufficienti anche dopo la pensione, oppure per realizzare progetti importanti, come l’acquisto di una casa per sé o per i figli, ma anche viaggi o investimenti per il lavoro.
L’età anagrafica, naturalmente, conta, perché più si è giovani, più si hanno a disposizione anni per pianificare gli investimenti. Tuttavia, ciò non vuol dire che un over-60 non possa pensare a un orizzonte maggiore di 10 anni.
Come scegliere l’orizzonte temporale?
Come abbiamo visto, il breve e il medio-lungo periodo hanno caratteristiche diverse, legate alla possibilità di massimizzare la volatilità del mercato.
È bene, dunque, fare una valutazione ad ampio spettro dei propri obiettivi di investimento, delle risorse disponibili (tenendo conto che, quelle investite, non saranno accessibili per qualche tempo), dell’età anagrafica e del proprio profilo di rischio, meglio se col sostegno di un consulente che possa indicare la soluzione più coerente con le proprie esigenze.